IL POPOLAMENTO VEGETALE NELLE STAZIONI SALSE DELLA VALLE PADANA

Abstract
L'autore, dopo aver inquadrato geologicamente e climaticamente la regione, dà relazione delle ricerche condotte nella Valle Padana, sulle colonie di aloflte che la popolano, o la popolavano, in molte stazioni interessate da emanazioni di acqua salata. Le ricognizioni dell'autore sono state estese anche alle « salse », emissioni fangose fredde in relazione con le argille scagliose dell'Appennino Emiliano, e ad alcune sorgenti salate dell'Appennino stesso. Nell'elenco delle piatite raccolte figurano alcune caratteristiche aloflte, insieme a molte piante arvensi e ruderali; come forma biologica prevalgono le terofite e le emicrittofite, specialmente le scapose (pg. 550). Vengono passate in rassegna le singole località visitate. Le piante più notevoli delle stazioni del Piemonte (pg. 554) sono Agropyrum litorale, Glyceric distans subsp. Borreri, Juncus Gerardi, Atriplex litorale, Spergularia marina. Le salse appenniniche (pg. 561) hanno una vegetazione abbastanza simile a quella delle salere piemontesi, ma meno alofila, per l'assenza di alcune specie, quali Juncus Gerardi e Spergularia marina; un notevole accostamento si può fare tra la loro vegetazione e quella dei circostanti calanchi argillosi. Scarso è l'interesse presentato da alcune sorgenti salate dell'Appennino. Le stazioni dell'Oltrepò Pavese (pg. 583), dell'Oltrepò Mantovano (pg. 586) e del Ferrarese (pg. 589) erano in passato le più ricche di aloflte; vari autori hanno segnalato per esse specie spiccatamente alofile come Juncus Gerardi, Salicornia herbacea, Salsola soda e Salsola Kali, Suaeda maritima, Spergularia marina, Statice Limonium, Aster Tripolium v. pannonicus. Tali specie sono attualmente scomparse, nella provincia di Pavia a causa della costruzione di stabilimenti termali e nelle altre località, in conseguenza di lavori di bonifica, che hanno eliminato le paludi salse e abbassato il livello della falda freatica, talvolta salata. Caratteristiche, anche se depauperate rispetto al numero delle specie segnalate dagli antichi autori, sono tutt'ora le stazioni termali euganee, nelle quali si possono raccogliere specie come Plantago Coronopus e Aster Tripolium v. pannonicus, in colonie ricche e rigogliose (pg. 597). L'ambiente salso, fisiologicamente arido, e specialmente quello a condizioni più severe delle salse appenniniche, determina sulle piante che vi crescono alcune modificazioni (pg. 600) come, aumento di pelosità, nelle specie già provviste di peli, glaucescenza, crassulenza, nanismo, defoliazione precoce, ecc. Le piante più caratteristiche delle stazioni salse della Valle Padana hanno il loro areale intorno al Mediterraneo e verso le regioni orientali, e, meno spesso boreali, dell'Europa (pg. 608); tutte si trovano rappresentate nella vegetazione della riviera adriatica e molte nelle stazioni di aloflte della Germania, Francia, Ungheria, ecc. Le colonic di aloflte di altri paesi si trovano talvolta in regioni lontane dal mare e separate da esso da ostacoli naturali notevoli; la migrazione in esse delle aloflte deve essere stata causata da grandi avvenimenti geologici e forti mutamenti climatici. Nella Valle Padana, invece, il mare è relativamente vicino e senza ostacoli frapposti, inoltre, ancora in epoca storica, esisteva tutta una serie di paludi e stagni salati, che, dal mare, si spingeva fino a Piacenza, seguendo il corso del Po. Le alofite delle stazioni di pianura devono aver seguito le vicende di queste formazioni, forse anche con ricolonizzazioni successive. Per quel che riguarda le salere piemontesi e le salse dell'Appennino, le poche vere aloiite presenti possono esservi giunte quando si siano verificate condizioni particolarmente favorevoli (clima ed estensione del mare), mentre altre specie meno tipiche possono aver seguito la via delle marne e delle argille scagliose.

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