Abstract
Introduzione: Le previsioni elettorali della primavera '76 davano per certo un grosso calo della DC e non escludevano il « sorpasso » dei comunisti. Confrontando a caldo i risultati con questo « scenario », è stata naturale la tendenza a sottovalutare i mutamenti introdotti dall'ultima tornata elettorale. Essa tuttavia costituisce, in un'ottica di lungo periodo, un momento di svolta. Quanto meno non si è confermata la stabilità che l'elettorato italiano aveva esibito dal '53 al '72. Stabilità che peraltro non escludeva che all'interno degli schieramenti si verificassero fenomeni dinamici importanti come la tendenza del PCI a prevalere all'interno della sinistra e quella del MSI a prevalere all'interno della destra. Gli incrementi comunisti però, come mostra la tabella 1, sono fino al '72 abbastanza limitati: 8,2 punti percentuali nell'arco di sette elezioni con un « gradino » massimo di 2,6 punti nel '63 rispetto al '58. Dal '72 al '76 invece il PCI aumenta di ben 7,3 punti, mentre l'incremento della sinistra non comunista nel suo insieme è in proporzione molto piccolo (0,7 punti percentuali). L'espansione dell'area di sinistra è quindi quasi totalmente attribuibile al PCI, che oltre a una grossa quota del voto giovanile ha probabilmente conquistato anche un certo numero diex-elettori del centro e della destra.

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