Abstract
Nelle precedenti ricerche (1958) sull'aridità mediterranea l'Autore ha presentato una formula climatica più completa di quella che egli aveva già proposto nel 1937, che serve a misurare l'intensità dell'aridità. L'A. ha ora rivolto le nuove ricerche alla misura della durata di questa aridità mediterranea. Adottata una scala di tre gradi: 1° sahariano o aridissimo; 2° arido; 3° semiarido; l'A. ha scelto tre gruppi di stazioni-tipo, il cui paesaggio vegetale è giudicato rappresentativo dei tre suddetti gradi di aridità. Naturalmente tale scelta potrà successivamente perfezionarsi e modificarsi, senza che per questo resti infirmata l'attendibilità del metodo, poiché la razionalità e la semplicità del metodo di misura è lo scopo precipuo del presente lavoro. Per le stazioni-tipo di ogni gruppo è stata misurata, mediante l'indice sopraddetto, l'intensità dell'aridità estiva (cioè del periodo più caldo-secco dell'anno); resta così fissato, per il momento, il valore limite dell'aridità di ciascuno dei tre gradi: 1° grado: valore dell'indice inferiore ad 1; 2° grado:»» compreso fra 1 e 4; 3° grado:»»»» 4 e 20. Stabilite queste misure, resta ovviamente facilissimo misurare per ogni stazione la graduazione e la rispettiva durata dell'aridità per tutti i periodi dell'anno. Il diagramma dell'aridità per ciascuna stazione esprime simultaneamente l'intensità e la durata in modo chiarissimo. Così se la stazione A presenta nell'inverno un valore compreso fra 20 e 50 dell'indice, in primavera un valore fra 20 e 4, nell'estate un valore inferiore ad 1, e nell'autunno un valore fra 1 e 4, allora si dirà che la stazione A è subumida (cioè senz'aridità) nell'inverno, semiarida in primavera, aridissima d'estate, e arida in autunno. Viene poi dimostrata l'inconsistenza della definizione di mese secco espressa dalla relazione P < 2T (pioggia inferiore al doppio della temperatura), e l'insufficienza dell'Indice xerotermico di GAUSSEN. Infine, per stabilire i limiti ecologici della regione mediterranea, l'A. sviluppando i concetti già accennati nelle precedenti ricerche del 1958, dimostra l'insufficienza di un solo fattore, anche se di preminente importanza, come il valore dell'indice d'aridità estiva, e la conseguente necessità di valersi contemporaneamente anche di altri fattori caratteristici, dei quali l'A. stesso ha valutato il grado di mediterraneismo: a) il tipo di regime pluviometrico; b) il numero di giorni piovosi estivi, o frequenza; c) l'escursione pluviometrica percentuale fra la stagione meno piovosa (sempre l'estate) e quella più piovosa; d) il grado medio di scostamento dalla pioggia estiva (grado d'irregolarità). L'A. ha riunito in unica espressione, che ba chiamato «Coefficiente mediterraneo» i fattori: frequenza, escursione pluviometrica e scostamento. Entro i limiti ecologici regionali, misurabili con i detti fattori caratteristici (che l'A. ha già misurati per l'Italia), si trova certamente una serie di variazioni del mediterraneismo, alle quali corrisponde una serie di variazioni della vegetazione, che si concretano indiscutibilmente in tre diversi gruppi fondamentali, o Biocore: la B. mediterranea basale, la B. oromediterranea e la B. submediterranea.

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