Abstract
Introduzione: In uno scritto di alcuni anni fa mi sono occupato dei «paradossi» della democrazia, cioè delle difficoltà oggettive in cui si viene a trovare una corretta applicazione del metodo democratico proprio nelle società in cui continua a crescere la richiesta di democrazia. Per chi considera la democrazia come l'ideale del “buon governo” (nel senso classico della parola, cioè nel senso che riesce meglio di ogni altro a realizzare il bene comune), l'altro tema oggetto di continuo dibattito è quello che si potrebbe chiamare degli “insuccessi” della democrazia. Gran parte di ciò che oggi si scrive sulla democrazia può essere fatto rientrare nella denuncia, ora accorata ora trionfante, di questi insuccessi. Vi rientra il tema ormai classico della teoria delle élites, e quello ancora piú classico del divario tra democrazia formale e democrazia sostanziale. Vi rientra, infine, il tema dell'ingovernabilità, che è emerso in questi ultimi anni. D'altra parte, non mi pare che abbia ancora avuto la necessaria attenzione degli scrittori politici — come pur meriterebbe — il tema, su cui esercito questo primo scandaglio, del “potere invisibile”.

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