RICERCHE SULLA VEGETAZIONE DELL'ETRURIA
- 1 January 1964
- journal article
- research article
- Published by Firenze University Press in Webbia
- Vol. 19 (1) , 73-347
- https://doi.org/10.1080/00837792.1964.10669804
Abstract
Da osservazioni, raccolte e appunti presi in molti anni nei dintorni di Viareggio, specialmente quando l'intervento antropico era ancora limitato, è scaturito questo materiale per la flora e la vegetazione versiliese, nel settore tra il Serchio a S e il Cinquale a N. Il territorio fa parte di quella antica piana lagunare delle foci Arno-Serchio le cui vicende geofisiche sono state già descritte dai CORTI nel suo lavoro su S. Rossore. Maggiormente studiate sono le due selve («pinete») che racchiudevano Viareggio, fino alla spiaggia con dune e acquitrini interdunali, ma anche il retroterra paludoso fino al lago di Massaciuccoli, ove si annidano tuttora relitti microtermici come Drosera rotundifolia, Peucedanum palustre, Euphorbia palustris, Viburnum opulus, etc. (restainvece esclusa dalla descrizione la «macchia di Migliarino», che probabilmente è anche soggetta a un sottoclima differente, più «mediterraneo»). Nell'interno delle selve, che oggi hanno l'aspetto prevalente di pinete antropiche a Pinus pinea, P. pinaster e Quercus ilex (il quale non sembra qui rappresentativo della «flora mediterranea»), vi sono fascie relitte delle antiche cenosi igrofile di depressione interdunale a Fraxinus excelsior s. l., Rhamnus frangula, Alnus glutinosa, Periploca graeca, etc. che costituiscono insigni avanzi delle primitive selve litoranee a Quercus pedunculata, conservatisi in virtù di una ricca falda freatica permanente e di un clima meso-igrico e relativamente microtermico conseguente alla posizione geografica della Versilia, situata alle falde dell'imponente e molto piovoso massiccio delle Alpi Apuane. Una fascia peniclimatica attuale è anche quella a Hedera, Ficus, Populus alba, Rubus, etc., che richiama certi aspetti delle foreste pluviali. Nelle zonule di suolo emergente entro la pineta «di ponente», ove cioè la superficie è più o meno distanziata dalla falda acquea, sono insediate tracce notevoli di una brughiera a Molinia coerulea, Calluna, Ericae, Potentilla erecta, Peucedanum oreoselinum e Ulex. Nella selva «di levante» cenosi a Carex punctata e Lastrea thelypteris marcano un aspetto particolare dei margini acquitrinosi. L'elenco floristico comprende tutti i taxa (867) finora noti per il settore. Da un confronto con il settore adiacente di S. Rossore (CORTI) emergono interessanti differenze floristiche: Viareggio appare più microtermico, in relazione con il crescente influsso delle Alpi Apuane sulla ecologia della pianura litoranea, man mano che si va verso il N; e infatti il settore versiliese è l'ultimo lembo N del litorale planiziario tirrenico, ma decisamente diverso dalla «maremma» della quale tende qui a sfumare anche la caratteristica «macchia mediterranea», di cui alcuni peculiari elementi terminano probabilmente a S. Rossore (come il termoigrofilo Vitex agnus-castus). Anche le cenosi erbacee di spiaggia sono notevolmente differenti da quelle degli are-nili maremmani, di cui mancano in Versilia le specie più termo-xerofile. Risultano invece identici a Viareggio e a S. Rossore gli spettri biologici di RAUNKIAER, con emicrittofite e terofite quasi equilibrate. Interessanti considerazioni derivano anche dal confronto con la flora pontina (BÉGUINOT) e con quella del comprensorio ravennate (ZANGHERI). Raggruppando i taxa secondo i loro areali generali, si trova anche a Viareggio, come a S. Rossore, una forte pereentuale (30%) di piante più o meno «boreali», e invece uno scarso tasso di piante «mediterranee», ancor più basso che a S. Rossore. Ciò marca il carattere precipuo della vegetazione viareggina, che è probabilmente la meno «mediterranea» e la più «boreale» tra quelle del litorale tirrenico, come del resto emerge anche dalla parità di percentuale fra emicrittofite e terofite nello spettro biologico, il quale, per esser rilevato sopra un litorale mediterraneo, dovrebbe avere una prevalenza di terofite. Scarsissimo il componente orientale; notevole invece quello occidentale, con Ulex europaeus «atlantico» e moite specie da annoverarsi fra le «subatlantiche», t ra cui Hydrocotyle vulgaris, H. ranunculoides, Ludwigia palustri, Hibiscus palustris, etc. Endemismo scarsissimo, probabilmente a causa della incostanza del suolo che fu soggetto a susseguirsi di trasgressioni marine. Notevolissimo invece il relittualismo, da antiche florule microtermiche riaffluite, dopo l'ultima regressione, dagli acquitrini della vicina valle dell'Arno ove il fenomeno è più cospicuo come ci mostrano gli studi di FRANCINI, PICHI-SERMOLLI, TONGIORGI, etc. Clima caratterizzato da costante umidità dell'aria (oltre quella del suolo) e da bassa escursione termica, favorevole dunque alle specie «policore», che vi sono infatti in gran numero, e all'avvento di specie esotiche delle quali una moltitudine si è naturalizzata in Versilia. Nel ribadire le molte considerazioni fatte dal CORTI per S. Rossore, si insiste sulia opportunità e sulla urgenza di salvaguardare la vegetazione dell'intero settore pisano-versiliese, sia per l'importanza che essa ha dal lato scientifico, sia per il suo gran valore salutare, estetico ed economico.Keywords
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