Abstract
Vengono riferite le risultanze dello studio di Poggio S. Pio (342 m s.l.m.), che fa parte di Leccete, un'insieme di colline calcaree che si staccano dalla Montagnola Senese, ricoperte da bosco ceduo matricinato a Quercus ilex. Dopo aver esposte in breve le condizioni geografiche, climatiche e pedologiche, viene riportato l'elenco floristico comprendente 282 taxa, di cui circa il 48% è formato da componenti « mediterranei » in senso lato e il 30% da piante più o meno « boreali ». Dallo spettro biologico (P 18,1%; Ch 10,6%; H 35,1%; G 14,9%; Th 21,3%) risulta la prevalenza di emicrittofite e la bassa percentuale di terofite: indici di uno scarso carattere mediterraneo. La vegetazione è eterogenea: mentre le pendici nord-orientali e sud-occidentale, fresche e riparate, sono rivestite da bosco misto, le altre ospitano una macchia a prevalenza di Quercus ilex o a prevalenza di Arbutus unedo, od ancora a Q. Ilex e Arbutus Unedo a frequenze equivalenti; detta macchia è interrotta da radure xerofitiche con aspetto di gariga, sovrastata però sempre da sporadici alti lecci. Questa situazione è probabilmente dovuta ad intervento antropico: il taglio del bosco, togliendo la copertura arborea, ha esposto il terreno a una degradazione più o meno accentuata alla quale corrisponde in parallelo una degradazione della vegetazione. La presenza di elementi propri di orizzonti superiori, tra cui di particolare interesse sono Ilex aquifolium e Lawrus nobilis, fanno ritenere che in passato vi fosse una vegetazione montana e che successivamente vi sia stata una penetrazione di specie più « mediterranee », favorita anche dalla alterazione del substrato roccioso di natura calcarea. É quindi una zona di transizione in cui interferiscono elementi mediterranei e montano-continentali.

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